Care amiche e cari amici,
per chi non avesse visto 38100 e desiderasse vederlo ci sarà una nuova proiezione, il prossimo martedi 18 dicembre alle ore 20.30, presso il Centro della Cultura di Merano (ingresso libero).
un caro saluto
sabato 15 dicembre 2007
venerdì 14 dicembre 2007
lontanamente
qualcosa è finito e qualcosa incomincerà.
manca un mese.
di lavoro al video, al nostro film.
è molto difficile e complesso fare quest'avventura
cinematografica. però ricca di esperienze, diverse,
leggere e faticose. ma non mi stanco.
ora ci prendiamo un pò di distanza per rivedere quello
che abbiamo fatto. stiamo lavorando, c'è bisogno di
vedere altro per avere occhi nuovi.
ieri notte l'ho visto dopo domenica e mi è piaciuto un
sacco. davvero bello. prove di sopravvivenza
cinematografica. esaltante. voi siete forti. una scena
dopo l'altra, un luogo, un viaggio, un bar, il centro.
l'altra sera non ne potevo più ero esausto.
il teatro sei sempre tu perchè sei lì in quel momento.
questa cosa che abbiamo fatto, mediometraggio di 43
minuti è distante.
soltanto il tempo della nostra immagine ci racconta.
una presenza lontana.
corre corre la pantera nera affianco al leone e alla
tigre.
corrono lontano come il giaguaro.
ma arrivano dopo.
bene, teniamoci in contatto. qualche mail , una cena e
lavoretti.
ciao
grazie a
martedì 4 dicembre 2007
Ci siamo...
domenica 2 dicembre 2007
meno di una settimana
venerdì 30 novembre 2007
nuova giornata
buongiorno.
si apre la giornata e il sole è già spuntato da
qualche parte ma deve ancora arrivare sulla città.qualcuno di voi che abita più su già lo vede.
bene. ora è importante,
il progetto filmato compie più o meno un anno. più.
il gruppo dei tecnici laboriosamnte lavora
incessantemente ad ogni ora
del giorno e della notte
per dare una forma finita al film.
e' dura ci sono tante cose da fare,
c'è il rumore del traffico da pulire,
la voce di Nicola Selva da inserire,
due registrazioni d'ambiente ancora da fare.
e poi gli episodi. il ritmo il respiro del mediometraggio.
Giovanni Formilan compone la colonna sonora. quante
cose, bisogna stringere, focalizzare, raggiungere
l'obbiettivo. incontrare l'estate, la primavera,
l'autunno, l'inverno e chiudere il cerchio. tutto il
senso è nella fine, adesso incrociamo le dita,
che tutto vada per il meglio.
i computer reggano i loro calcoli.
ok. niente paura.
manca poco. tempo. tanto sentimento e precisione.
un saluto amici e amiche
lanciate il vostro sguardo, la vostra cortesia.
oggi venerdì 30 pomeriggio inoltrato verso le sei
parto per S. Nicolò vicino a Rovereto dove il film
si lavora.
chi vuole venire batta un colpo.
intanto guardatevi attorno
a
si apre la giornata e il sole è già spuntato da
qualche parte ma deve ancora arrivare sulla città.qualcuno di voi che abita più su già lo vede.
bene. ora è importante,
il progetto filmato compie più o meno un anno. più.
il gruppo dei tecnici laboriosamnte lavora
incessantemente ad ogni ora
del giorno e della notte
per dare una forma finita al film.
e' dura ci sono tante cose da fare,
c'è il rumore del traffico da pulire,
la voce di Nicola Selva da inserire,
due registrazioni d'ambiente ancora da fare.
e poi gli episodi. il ritmo il respiro del mediometraggio.
Giovanni Formilan compone la colonna sonora. quante
cose, bisogna stringere, focalizzare, raggiungere
l'obbiettivo. incontrare l'estate, la primavera,
l'autunno, l'inverno e chiudere il cerchio. tutto il
senso è nella fine, adesso incrociamo le dita,
che tutto vada per il meglio.
i computer reggano i loro calcoli.
ok. niente paura.
manca poco. tempo. tanto sentimento e precisione.
un saluto amici e amiche
lanciate il vostro sguardo, la vostra cortesia.
oggi venerdì 30 pomeriggio inoltrato verso le sei
parto per S. Nicolò vicino a Rovereto dove il film
si lavora.
chi vuole venire batta un colpo.
intanto guardatevi attorno
a
.........
Uno pensa che la propria vita sia rimasta confinata in uno spazio troppo angusto. Una cittadina di poche migliaia di abitanti, una casa tanto anonima che si fa fatica a riconoscerla quando ci si torna, un televisore con le notizie dal mondo. Gli stessi pensieri tutti i giorni e un tono di grigio che sembra soffiato col vaporizzatore per come riesce a stendersi omogeneamente su tutto. Cosi’ uno pensa che lasciando la propria casa sia possibile trovare una via di scampo, aprirsi a quello che c’e’ fuori e diventare piu’ grandi e dare senso al fatto che in qualche modo si e’ ancora vivi, un senso che non sia un vero e proprio significato ma soltanto qualcosa d’imprevisto, di estraneo alle geometrie degli spazi angusti. Un incontro, magari. Una ragazza che ti sorride come fosse nata in quel preciso istante. Poi uno si chiede perche’ mai una cosa del genere dovrebbe essere cosi’ potente da cambiarti la vita e la risposta e’ no, non la cambia affatto. E se anche la cambiasse, il cambiamento sarebbe solo una questione di densita’: stesso spazio angusto, ma con una persona in piu’ che invece di sorriderti come fosse appena nata ti lancia occhiate piene di risentimento. Pero’ uno pensa pure che non e’ mica detto, che non sta scritto da nessuna parte che gli incontri devono finire tutti allo stesso modo, ma se pure fosse, perche’ farsi dei problemi su come andra’ a finire, quando a quello ci pensano gia’ le cose e gli amori? A finire cioe’. Quand’e’ cosi’, a uno viene da pensare che tutto sommato valga comunque la pena di partire. Di provare.
as
(un amore dell’altro mondo - Tommaso Pincio)
as
(un amore dell’altro mondo - Tommaso Pincio)
mercoledì 28 novembre 2007
N come noi-a: spunti di riflessione
Veramente per la noia non credo che si debba intendere altro che il desiderio puro della felicità (...)
Il qual desiderio non è mai soddisfatto; e il piacere propriamente non si trova. Sicché la vita umana è intessuta parte di dolore e parte di noia; dall'una delle quali passioni non ha riposo se non cadendo nell'altra".
(Giacomo Leopardi)
La noia è il più nobile dei sentimenti umani, in quanto ci mostra l'insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza
del desiderio nostro.(Giacomo Leopardi)
Dunque la vita oscilla come un pendolo fra il dolore e la noia, suoi due costitutivi essenziali. Donde lo stranissimo fatto, che gli uomini, dopo ricacciati nell’inferno di dolori e supplizi, non trovarono che restasse, per il cielo, nient’altro all’infuori della noia" (Arthur Schopenhauer)
"Fortunato abbastanza colui, al quale resti ancora da accarezzare qualche desiderio, qualche aspirazione. potrà continuare a lungo il gioco del perpetuo passaggio dal desiderio all'appagamento, dall’ appagamento il nuovo desiderio [..]; ma se non altro non cadrà in quella paralizzante stasi che è sorgente di stagnante e terribile noia, di desideri vaghi, senza oggetto preciso, e di languore mortale"
(Arthur Schopenhauer)
La noia nasce anche dal non saper cosa non fare. (Roberto Gervaso)
La noia è incapacità di godere. (Roberto Gervaso)
La noia è un'invenzione di chi manca d'inventiva. (Alessandro Morandotti)
Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. (Alberto Moravia)
as
Il qual desiderio non è mai soddisfatto; e il piacere propriamente non si trova. Sicché la vita umana è intessuta parte di dolore e parte di noia; dall'una delle quali passioni non ha riposo se non cadendo nell'altra".
(Giacomo Leopardi)
La noia è il più nobile dei sentimenti umani, in quanto ci mostra l'insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza
del desiderio nostro.(Giacomo Leopardi)
Dunque la vita oscilla come un pendolo fra il dolore e la noia, suoi due costitutivi essenziali. Donde lo stranissimo fatto, che gli uomini, dopo ricacciati nell’inferno di dolori e supplizi, non trovarono che restasse, per il cielo, nient’altro all’infuori della noia" (Arthur Schopenhauer)
"Fortunato abbastanza colui, al quale resti ancora da accarezzare qualche desiderio, qualche aspirazione. potrà continuare a lungo il gioco del perpetuo passaggio dal desiderio all'appagamento, dall’ appagamento il nuovo desiderio [..]; ma se non altro non cadrà in quella paralizzante stasi che è sorgente di stagnante e terribile noia, di desideri vaghi, senza oggetto preciso, e di languore mortale"
(Arthur Schopenhauer)
La noia nasce anche dal non saper cosa non fare. (Roberto Gervaso)
La noia è incapacità di godere. (Roberto Gervaso)
La noia è un'invenzione di chi manca d'inventiva. (Alessandro Morandotti)
Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. (Alberto Moravia)
as
martedì 27 novembre 2007
leggeri......
Era una giornata di primavera….ero salita sul tetto….volevo leggere, distrarmi un po’…lasciare che nuove storie si intrecciassero alla mia…mi sono seduta nel mio solito angolino con un romanzo…alla fine invece della sigaretta ho cominciato a bruciarne le pagine, strappavo, l’accendino e puaff…via…una dopo l’altra…
Bruciare…bruciare... piccoli pezzettini di carta annerita… liberi di ritornare leggeri all’universo.. di infilarsi furtivi nelle fessure del tempo…di essere catturati da piccoli e angusti spazi…di fermare la loro ascesa infinta…intanto volate leggeri almeno voi, mi dicevo…via via volate via e lasciatemi almeno guardare i vostri sghiribizzi nell’aria…
Andavo avanti così…e guardavo…tutta questa meravigliosa leggerezza corvina …e quando poi è arrivato, con quello sguardo così normalmente….naturalmente incantato ma…
mary
Bruciare…bruciare... piccoli pezzettini di carta annerita… liberi di ritornare leggeri all’universo.. di infilarsi furtivi nelle fessure del tempo…di essere catturati da piccoli e angusti spazi…di fermare la loro ascesa infinta…intanto volate leggeri almeno voi, mi dicevo…via via volate via e lasciatemi almeno guardare i vostri sghiribizzi nell’aria…
Andavo avanti così…e guardavo…tutta questa meravigliosa leggerezza corvina …e quando poi è arrivato, con quello sguardo così normalmente….naturalmente incantato ma…
mary
giorni di pioggia a inzuppare pensieri…tutto ancora così pesante…!!! Questa mattina mi sono svegliata ho guardato il cielo, oggi è solo tutto grigio, non piove più…se qualche cosa si riuscisse ad asciugare dentro questa sfera di ossa fradicia e gocciolante…!!!
... ma alla fine cosa ci guadagnerei…
Tolgo la maschera del fantasma, quella che tutti conoscono…sono stufa di guardare il mondo attraverso questo lenzuolo grigio, la mia delicata e fragile armatura….ma quante volte me lo sono ripetuto, quante volte…quante volte ancora me lo ripeterò…perché il problema vero è che ho paura…è che non ce la faccio...trovarmi davanti a tutte quelle altre possibili strade….
mary
lunedì 26 novembre 2007
...tra sogno e realtà
vivere, giocare,
litigare, rincorrersi, smaniare, curiosare,
conoscersi, dubitare, partire, bramare, smaltire, fregiarsi, sbagliarsi...
stati d'essere, parole toccanti, scandite da un ritmo inesorabilmente lento di quotidianità inserite all'interno di uno specifico contesto urbano.
un'arborescenza di labbra fiorite
foglie di luna, di una città sospesa tra sogno e realtà.
matteo
venerdì 23 novembre 2007
soli, per un attimo, un attimo solo....
..perchè noi non siamo mai soli. le nostre menti sono sempre piene degli altri. E' il nostro modo di vivere, il nostro mondo, dove i percorsi si intrecciano e le voci riecheggiano nella nostra memoria, e gli sguardi tornano a scrutarci, e gli stati d'animo tornano a plasmare i nostri attimi, sempre, ancora.
noi non siamo soli. chi è solo non ha sguardi nella memoria, né voci nella mente.
chi è solo sente solo la propria voce.
non ha empatia, non ha telepatia.
...per renderci conto che i contatti sono infiniti e spesso basta dar loro un nome, e un motivo di esistere perchè diventino qualcosa di importante, di nominabile, di raccontabile.
...per riuscire a stare da soli. finalmente. con l'uscio chiuso e la stanza piena di noi. "ohhhh, adesso prevalgo sugli altri e loro sembrano non esistere più." per un attimo, un attimo solo.
eva
giovedì 22 novembre 2007
il film è in lavorazione... manca poco
Cari amici e amiche,
stiamo montando il film.
non manca molto per i primi di dicembre sarà finito e
lo potremo presentare.
Luciano si dedica professionalmente al montaggio.
Giovanni sta cominciando a realizzare la colonna
sonora.
Io tiro le fila.
però manca qualcosa.
mancate voi.
oltre che ad aver dato la vostra energia di presenza
nelle scene, le vostre idee nella sceneggiatura mobile
e tanti momenti belli di condivisione, vi chiedo
ancora un ultimo sforzo.
scrivete qui a progetto filmato qualcosa che non siete
ancora riusciti a dire. per esempio un pensiero, una
battuta, o la descrizone di un'immagine.
c'è ancora spazio e il contributo di ognuno ora più
che mai risulta determinante alla buona riuscita
dell'opera. opera aperta, risorsa aperta.
e poi vi chiedo di segnalare titoli possibili per il
nostro film. a profusione, propulsione, anche 100
titoli a testa. sarebbe fantastico.
aspetto ognuno di voi per venire a vedere le ultime
battute di montaggio vicino a Rovereto. Chiamatemi 338
3915328. i giorni sono sempre nel fine settimana
tendenzialmente. vi aspetto tutti, sempre.
grazie di esserci ancora, stringiamo i denti , manca
poco.
che emozione.
a
domenica 28 ottobre 2007
a caccia di sogni
“Cosi' continuiamo a vivere la nostra vita, pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi piu' preziose, trasformati in persone diverse che di se conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere. Allungando le mani, riusciamo a prenderci la quantità di tempo che ci è assegnata, e poi la guardiamo mentre indietreggia alle nostre spalle. A volte, nel ripetersi dei gesti quotidiani, sappiamo farlo anche con destrezza.
Questi pensieri mi lasciarono una sensazione di terribile vuoto.”
(Murakami Haruki)
as
martedì 23 ottobre 2007
venerdì 5 ottobre 2007
un uomo alto magro ma non troppo si trova a un semaforo pedonale e mentre tutti aspettano il verde, lui avvia una corsa tagliando la strada diagonalmente nel momento in cui nessuna macchina sta passando... chiaramente
é un correre calibrando ogni singolo passo...
l'uomo indossa delle scarpe arancioni alte sopra la caviglia, calzini arancio e i pantaloni alzati, sopra gli scarponi, dal movimento della corsa....
ste
lunedì 24 settembre 2007
lunedì 17 settembre 2007
Un caro saluto a tutti voi, compagni d'avventura!
Il 15 maggio scrivevo:
In mano un libro... atmosfere... siedo in un bar...
atmosfere... finalmente ritrovo un po' di caldo...
solitudini... io guardo loro, ma nessuno mi vede...
una luce si proietta dall'alto sul tavolino... sul mio
scrivere attonito... attimi e atmosfere... è una luce
vicina... è calda... le porgo le mani... luci...
desideri... e atmosfere... poi solo panna... tanta
panna... e cioccolata... un cucchiaino caldo per
(auto)imboccarsi... un interruttore per qualcosa di
umido (e caldo) che scorre sulla guancia... come un
bacio fra le lacrime... calore e umidità... calda e
umida... sensazione... un desiderio... bisogno...
profondo bisogno -lacerante-cronico-corrosivo...
consuma... agonie... e il libro ancora
qui...atmosfere... ricordi di un non volere, non aver
voluto... e non volere... ma dovere... buchi... buchi
nelle mani... mani bucate... buchi nello stomaco...
ricerca... desiderio di una mano calda sul ventre...
per riempire e sanare ogni foro... e poi un giorno
lontano che forse s'avvicina... atmosfere... gole
attorcigliate... quando anche mangiare diventa
difficile, quasi impossibile... e ci si rifugia nelle
abitudini tanto odiate, per carpire sicurezza... e
queste divengono rituali di coccole... atmosfere... le
labbra che tremano... atmosfere... l'inchiostro si
spande... le lenti annacquate... io ti vedo o
intravedo, ma resto invisibile... io sento ma non mi
sento... quanti ombrelli... troppi individui... poche
persone... atmosfere... desiderio... essere in due...
essere... in ogni luogo... smettono di tremare...
ritrovano un contegno... le atmosfere... i ricordi...
le sensazioni... e poi disabitano il corpo e ritrovano
il loro scrigno nel cuore. Fanno tutti parte di una
sola vita... tutti naufraghi dello stesso naufragio.
Solo un vetro a separarmi da altre scenografie, da
nuove prospettive. E poi... poi mi guardo vicino e
trovo nello sconosciuto un dolce sorriso... il sorriso
solo di un uomo che conobbi... come solo lui sapeva...
Tutta quella dolcezza e quello sguardo innamorato...
ora è lì, davanti a me, tra 2 atomi di vita... un
sorriso... tradimenti... vi prego, non tradite mai! Ma
amate se lo fate. Poi mi tradiscono loro... e tremano
ancora... le labbra... il mento... in un'emozione che
non so fermare... e neppure voglio... che potrei
strozzare, ma che amo conservare. E trema la mano...
ultimo cucchiaino di cioccolata. Anche il libro
ritorna nella borsa... anche le mie mani vecchie in
un'altra nuova vita. Alzati e via! Tutto nacque quando
si fu bambini. Ora alzati e torna pure supino! Inutile
ritorno ad una vita... alla mia vita. In cui magari
ancora il tempo per farsi prendere per mano... da una mano.
sabato 15 settembre 2007
cosa si fa? dove si va?
La mia città, senza pietà, la mia città
ma come è dolce certe sere
a volte no, senza pietà
mi chiude in una stanza
mi fa sentire solo
Una città, senza pietà, la mia città
non la conosco mai fino in fondo
troppi portoni, troppi cassetti
io non ti trovo mai
tu dimmi dove sei
Adesso dove si va, cosa si fa, dove si va
siamo sempre dentro a qualcosa
un'auto che va o dentro un tram
senza mai vedere il cielo
e respirando smog...
ma guarda là, che cazzo fa, ma pensa te
ma come guida quel deficiente
poi guarda qua, che ora e' già
ma chi ti ha dato la patente
che ti scoppiasse un dente
a te....
siamo sempre di corsa
sempre in agitazione
anche te...
che anche se lecchi il gelato
hai lo sguardo incazzato
La mia città, senza pietà, la mia città
ma come è bella la mattina
quando si accende, quando si sveglia
e ricominciano i rumori
promette tante cose
Ma dimmi dove sarà, prima era qua
c'è un nero che chiede aiuto
dove sarà questa città
E' sparita senza pietà
c'ha troppi muri la mia città
Ma guarda che civiltà la mia città
con mille sbarre alle finestre
guardie giurate, porte blindate
e un miliardo di antifurti
che stanno sempre a suonare
Perché...
c'è chi ha troppo di meno
e chi non si accontenta
e c'è...
chi si deve bucare
in un angolo di dolore
e c'è...
che c'è bisogno di tutto
c'è bisogno di un trucco
Senza pietà, la mia città
"Signora guardi che belle case
però a lei no, non gliela do
mi dispiace signora mia
è tutto uso foresteria"
La mia città, senza pietà, una città
ti dice che non è vero
che non c'è più la povertà
perché è tutta coperta
dalla pubblicità
C'è chi a lavorare
è obbligato a imbrogliare
e c'è...
chi per poterti fregare
ha imparato a studiare
E c'è...
che c'è bisogno di un trucco
c'è bisogno di tutto
e c'è...
bisogno di più amore
dentro a questa prigione.
(luca carboni - la mia città)
as
ma come è dolce certe sere
a volte no, senza pietà
mi chiude in una stanza
mi fa sentire solo
Una città, senza pietà, la mia città
non la conosco mai fino in fondo
troppi portoni, troppi cassetti
io non ti trovo mai
tu dimmi dove sei
Adesso dove si va, cosa si fa, dove si va
siamo sempre dentro a qualcosa
un'auto che va o dentro un tram
senza mai vedere il cielo
e respirando smog...
ma guarda là, che cazzo fa, ma pensa te
ma come guida quel deficiente
poi guarda qua, che ora e' già
ma chi ti ha dato la patente
che ti scoppiasse un dente
a te....
siamo sempre di corsa
sempre in agitazione
anche te...
che anche se lecchi il gelato
hai lo sguardo incazzato
La mia città, senza pietà, la mia città
ma come è bella la mattina
quando si accende, quando si sveglia
e ricominciano i rumori
promette tante cose
Ma dimmi dove sarà, prima era qua
c'è un nero che chiede aiuto
dove sarà questa città
E' sparita senza pietà
c'ha troppi muri la mia città
Ma guarda che civiltà la mia città
con mille sbarre alle finestre
guardie giurate, porte blindate
e un miliardo di antifurti
che stanno sempre a suonare
Perché...
c'è chi ha troppo di meno
e chi non si accontenta
e c'è...
chi si deve bucare
in un angolo di dolore
e c'è...
che c'è bisogno di tutto
c'è bisogno di un trucco
Senza pietà, la mia città
"Signora guardi che belle case
però a lei no, non gliela do
mi dispiace signora mia
è tutto uso foresteria"
La mia città, senza pietà, una città
ti dice che non è vero
che non c'è più la povertà
perché è tutta coperta
dalla pubblicità
C'è chi a lavorare
è obbligato a imbrogliare
e c'è...
chi per poterti fregare
ha imparato a studiare
E c'è...
che c'è bisogno di un trucco
c'è bisogno di tutto
e c'è...
bisogno di più amore
dentro a questa prigione.
(luca carboni - la mia città)
as
sabato 18 agosto 2007
Progetto filmato,
difficile spiegare in poche immagini il profondo cambiamento
che ha portato in ognuno di noi.
Un volantino, una foto di un’antica ferrovia, poche parole, dirette, scritte per coloro che avrebbero saputo cogliere l’opportunità…
…il senso.
Attimi di vita quotidiana, uno sguardo, un sorriso, luoghi comuni, di tutti occasioni, incontri, parole che talvolta
ci lasciamo scappare che, se vissute,
avrebbero potuto cambiarci la vita.
Una telecamera coglie le prime immagini,
una macchina fotografica congela attimi,
un diario raccoglie impressioni,
…ricordi di un sabato pomeriggio.
Qualcosa ha iniziato a trasformarsi,
un nostro piccolo cambiamento è già avvenuto…
Ho conosciuto persone che della loro recitazione ne fanno poesia, un equipe di artisti.
L’imbarazzo era tanto
luci soffuse, una sala da circo, sedie rosse in cerchio,
il freddo
un provino,
una porta,
un mondo a me sconosciuto, persone a me sconosciute
nessun punto di riferimento.
L’atmosfera si scalda, il tempo trascorre nell’attesa del proprio momento.
Una sedia
buio
due fari
in penombra volti in ascolto…
tu al centro della scena.
Non è facile.
Una frase, una frase sola per dimostrare ciò che sai fare.
Tanto imbarazzo e forse un po’ di delusione,
per paura di non aver dato il massimo
Inizia l’avventura,
un’esperienza meravigliosa,
incredibile,
che ha smosso affetti,
nuove emozioni,
sentimenti da tempo inespressi.
Tutto è scorso in fretta.
La certezza di sapere che non sei solo è un emozione meravigliosa.
Sapere che c’è qualcuno che ti aspetta, con la quale condividere un frammento della tua vita, riempie.
Progetto filmato…
quanti ricordi.
La vita scorre, inesorabile,
va avanti
ti dà mille e diverse opportunità,
da cogliere,
che ti regalano emozioni,
da non lasciarsi sfuggire.
Ogni cosa ha un senso.
Sguardi, parole, immagini, voci, momenti, attimi difficilmente replicabili,
un sogno dal quale non ti vorresti mai svegliare.
Forse la vita può essere vissuta così!
Considerare ogni attimo come un qualcosa di speciale,
impareggiabile,
che è stato…
…e probabilmente non sarà più.
E’ questo che ti dà l’opportunità di crescere,
ti porta cambiamento,
ti fa sentire viva,
ti aiuta ad inseguire i tuoi desideri e a realizzarli, per crescere, conoscerti, sentirti una persona diversa, che ha qualcosa di nuovo da insegnare.
Energia,
un’energia che ti fa sentire viva,
con poco,
che ti fa sentire a casa,
mai in più.
Difficile esprimere a parole il senso che tutto questo ha avuto per me,
il cambiamento che ha portato in me,
con la consapevolezza che mai più vivrò una simile esperienza.
Unica e indescrivibile,
un ritorno primordiale.
Un progetto…
filmato!
Progetto Filmato.
Dedicato a coloro che ci hanno creduto,
dedicato a coloro che l’hanno voluto,
dedicato a coloro che l’hanno vissuto.
manuela
mercoledì 8 agosto 2007
tic tac, tic tac...
Una persona corre, scappa (fuga dalla noia?), ha paura di essere
raggiunto…fugge lungo le vie, i viottoli, attraversa la piazza della
città…si gira terrorizzato mentre corre…potrebbe non farcela.
Arriva in un posto (una casa? Un luogo isolato?) dove finalmente si
sente al sicuro…prende fiato…ce l’ha fatta…si siede e si guarda le mani (ha in mano una refurtiva? Le mani sono insanguinate?)..il suo respiro si calma...alza lo sguardo…piange..
luigino
raggiunto…fugge lungo le vie, i viottoli, attraversa la piazza della
città…si gira terrorizzato mentre corre…potrebbe non farcela.
Arriva in un posto (una casa? Un luogo isolato?) dove finalmente si
sente al sicuro…prende fiato…ce l’ha fatta…si siede e si guarda le mani (ha in mano una refurtiva? Le mani sono insanguinate?)..il suo respiro si calma...alza lo sguardo…piange..
luigino
lunedì 6 agosto 2007
prima dei ricordi
qualche giorno fa ho trovato me stesso in un ambiente nuovo
un paese sul mare dove le case erano basse ed antiche,
per certi versi mi sembrava di essere entrato in un set
di un film western Sergio Leone..ma la cosa che più era interessante,
il fatto di vivere la situazione di tre persone davanti ad un televisore,
il divano blu...
insomma mancava il tuo video...
per Soledad un pensiero riguardo ad un sogno fatto dove entrambi si
stava lavorando alla realizzazione di un
oggetto abbastanza grande, una curva mobile rossa che si cercava di
posizionare facendo una U che formava all'interno una ragnatela simile ad
una pianta tutto intorno un impalcatura beige
ste
venerdì 27 luglio 2007
incessantemente
martedì 17 luglio 2007
"Su su... svelti eh, svelti, veloci... Piano, con calma. Non v'affrettate,eh.
Poi non scrivete subito poesie d'amore, eh! Che sono le più difficili
aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni eh... Scrivetele su un altro
argomento, che ne so su... su... il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco, che non esiste una cosa più poetica di un'altra, eh?
Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro!
Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia
sei tu! E vestitele bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle!
A volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola!
Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere! Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa...
Ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innammoratevi! Se non vi innammorate è tutto morto! Morto, tutto è... Vi dovete innammorare e diventa tutto vivo, si muove tutto, dilapidate la gioia! Sperperate l'allegria! Siate tristi e taciturni con esuberanza! Fate soffiare in faccia alla gente la felicità! E come si fa?
Fammi vedere gli appunti che mi son scordato!
Questo è quello che dovete fare!
Non son riuscito a leggerli!
Per trasmettere la felicità bisogna essere felici. E per trasmettere il
dolore bisogna essere felici. Siate felici! Dovete patire, stare male, soffrire, non abbiate paura a soffrire, tutto il mondo soffre! Eh? E se non avete i mezzi non vi
preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto!
Avete capito? E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il pezzo non vi viene da questa posizione, da questa, da così, beh... buttatevi in terra! Mettetevi così! Eccolo qua... Oh! È da distesi che si vede il cielo!
Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima!? Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono! Fatevi obbedire dalle parole! Se la parola... "muro"! "Muro" non ti dà retta... non usatela più per 8 anni, così impara!
Che è questo? Boh! Non lo so!
Questa è la bellezza! Come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre!
Forza cancellate tutto. Che dobbiamo cominciare, la lezione è finita.
Ciao ragazzi, ci vediamo mercoledì... giovedì."
("La tigre e la neve" - 2005)
Poi non scrivete subito poesie d'amore, eh! Che sono le più difficili
aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni eh... Scrivetele su un altro
argomento, che ne so su... su... il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco, che non esiste una cosa più poetica di un'altra, eh?
Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro!
Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia
sei tu! E vestitele bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle!
A volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola!
Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere! Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa...
Ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innammoratevi! Se non vi innammorate è tutto morto! Morto, tutto è... Vi dovete innammorare e diventa tutto vivo, si muove tutto, dilapidate la gioia! Sperperate l'allegria! Siate tristi e taciturni con esuberanza! Fate soffiare in faccia alla gente la felicità! E come si fa?
Fammi vedere gli appunti che mi son scordato!
Questo è quello che dovete fare!
Non son riuscito a leggerli!
Per trasmettere la felicità bisogna essere felici. E per trasmettere il
dolore bisogna essere felici. Siate felici! Dovete patire, stare male, soffrire, non abbiate paura a soffrire, tutto il mondo soffre! Eh? E se non avete i mezzi non vi
preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto!
Avete capito? E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il pezzo non vi viene da questa posizione, da questa, da così, beh... buttatevi in terra! Mettetevi così! Eccolo qua... Oh! È da distesi che si vede il cielo!
Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima!? Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono! Fatevi obbedire dalle parole! Se la parola... "muro"! "Muro" non ti dà retta... non usatela più per 8 anni, così impara!
Che è questo? Boh! Non lo so!
Questa è la bellezza! Come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre!
Forza cancellate tutto. Che dobbiamo cominciare, la lezione è finita.
Ciao ragazzi, ci vediamo mercoledì... giovedì."
("La tigre e la neve" - 2005)
venerdì 13 luglio 2007
ascolto, presenza
venerdì 6 luglio 2007
giovedì 28 giugno 2007
l'attimo giusto...
All’università; tutti i miei appunti sono sul tavolo e mi trovo in una sala lettura, apparentemente isolata… vivo nel silenzio dei miei pensieri, ma mi circonda il caos: studenti che entrano ed escono dalla sala, persone che si parlano sussurrando, soffocando la mia concentrazione (è come se sentissi 1000 voci, tutte attorno a me, che parlano piano, infastidendomi, distraendo il mio studio), ragazzi che spostandosi con la sedia fanno rimbombare nelle mie orecchie il frastuono prodotto...
Leggo il testo del libro che ho sotto gli occhi, ma non capisco, non sono attenta, i miei pensieri sono altrove…. Cerco di tornare in me, rileggo nuovamente la stessa frase, ma ancora non lo faccio con attenzione; la rileggo un’altra volta, chiudendo le orecchie, cercando di leggerla a voce bassa, ma ancora non capisco.
Mi fermo, ripensando che domani ho l’esame: sono agitata, preoccupata e con gli occhi lucidi inizio a cercare il telefonino in borsa ed esco in cortile per fare una telefonata liberatoria…, non sò ancora a chi, ma sò solo che ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Esco, guardo il telefonino: in quei pochi secondi sembra trascorrere un eternità. Iniziano ad affiorarmi in testa le immagini delle persone a me care a cui poter telefonare, in coscienza del fatto che nessuna di loro mi avrebbe potuto aiutare.
Domani dovevo sostenere un importante esame ed ancora non avevo finito di studiare.
[…immagine di me, stupita, preoccupata, presa dal panico, che con un dito evidenzio i miei riferimenti all’interno di una lista di studenti chiamati ad effettuare l’esame in una data di appello anticipata…]
Cerco di ritrovare la calma, vado alla macchinetta del caffè e mi prendo un cappuccino, da gustare, fuori, nel giardino, in compagnia dell’ultimo sole che ancora riscalda, mi riscalda prima di tornare alla sala lettura, ai miei studi… In quel momento arriva un messaggio, il messaggio che avrei voluto tanto ricevere, in grado di sollevarmi, che inconsciamente aspettavo…
[…immagine della schermata del cellulare che visualizza il nome del mittente del messaggio per passare al primo piano sul viso che sorride, commosso, come se sapesse già che quel messaggio le avrebbe dato la carica giusta…]
Era Nadia (nome inventato), una persona importante, che non vedevo ne sentivo da tanto, ma che sapeva! Sapeva cosa avrei dovuto affrontare il giorno seguente…
[…immagine del cellulare con il testo del messaggio…]
“Non mollare! Ce la farai!”
manuela
Leggo il testo del libro che ho sotto gli occhi, ma non capisco, non sono attenta, i miei pensieri sono altrove…. Cerco di tornare in me, rileggo nuovamente la stessa frase, ma ancora non lo faccio con attenzione; la rileggo un’altra volta, chiudendo le orecchie, cercando di leggerla a voce bassa, ma ancora non capisco.
Mi fermo, ripensando che domani ho l’esame: sono agitata, preoccupata e con gli occhi lucidi inizio a cercare il telefonino in borsa ed esco in cortile per fare una telefonata liberatoria…, non sò ancora a chi, ma sò solo che ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Esco, guardo il telefonino: in quei pochi secondi sembra trascorrere un eternità. Iniziano ad affiorarmi in testa le immagini delle persone a me care a cui poter telefonare, in coscienza del fatto che nessuna di loro mi avrebbe potuto aiutare.
Domani dovevo sostenere un importante esame ed ancora non avevo finito di studiare.
[…immagine di me, stupita, preoccupata, presa dal panico, che con un dito evidenzio i miei riferimenti all’interno di una lista di studenti chiamati ad effettuare l’esame in una data di appello anticipata…]
Cerco di ritrovare la calma, vado alla macchinetta del caffè e mi prendo un cappuccino, da gustare, fuori, nel giardino, in compagnia dell’ultimo sole che ancora riscalda, mi riscalda prima di tornare alla sala lettura, ai miei studi… In quel momento arriva un messaggio, il messaggio che avrei voluto tanto ricevere, in grado di sollevarmi, che inconsciamente aspettavo…
[…immagine della schermata del cellulare che visualizza il nome del mittente del messaggio per passare al primo piano sul viso che sorride, commosso, come se sapesse già che quel messaggio le avrebbe dato la carica giusta…]
Era Nadia (nome inventato), una persona importante, che non vedevo ne sentivo da tanto, ma che sapeva! Sapeva cosa avrei dovuto affrontare il giorno seguente…
[…immagine del cellulare con il testo del messaggio…]
“Non mollare! Ce la farai!”
manuela
Il discorso è questo, l'altra sera in uno dei miei tour notturni passavo
lungo l'Adige. Lui c'è da sempre, ancora da prima di Trento,
della nostra città.
E va.
Mi fermo e con gli occhi fissi sul riflesso dei lampioni vedo questa semplice storia legata all'incontro col fiume.
Notte. Pioggia.
Seduta sui gradini. Alle spalle una massiccia porta in legno.
Impeccabile nel vestito, negli accessori, nell'elegante acconciatura.
La porta separa lo sguardo fisso su ciò che è rimasto nel calice fra le mie mani dalla musica, dai brindisi tintinnanti e dalle felicità di plastica.
La voragine cresce, senso di vuoto.
Bisogno di andare, lontano. Cammino.
Da dietro i tacchi alti. La borsetta scandisce il passo.
Piove, su di me e sui vicoli bui.
Da davanti il trucco cola, lacrime di pioggia.
Torno io.
Incessante la pioggia, incessante il passo.
Incontro il fiume che da sempre scorre senza mai tornare indietro.
I tacchi affondano nella terra fradicia.
Lui scorre. Lo seguo, voglio rinascere.
Idea così, balenata in testa in una di quelle notti in cui vagabondare,
quando tutti dormono, mi fa sentire in un limbo,
dimensione in cui assaporo al meglio il silenzio della città,
mentre la mia mente vola o resta completamente ferma.
Semplice, banale, sicuramente 'già vista', ma sono certa che nella vita,
quando il buio oscura i tuoi sorrisi e s'impadronisce dell'anima,
basta solo riconoscere il potere di un fiume che da sempre scorre
per far riaffiorare uno scampolo di speranza
dalle briciole di ottimismo divorato dal dolore.
serena
lunedì 25 giugno 2007
tutto è in costruzione
Tutto è sempre in costruzione, non è mai terminato il lavoro della mente, il flusso delle idee è come un insieme di assi o tronchi fluttuanti su qualche fiume canadese che muove ricordi apparentemente inutili allo sguardo di oggi, mentre così importanti e fondativi apparivano ieri. Tutto è sempre in movimento, un’apertura che si fa poi chiusura e rimbalza sul dettaglio di un riflesso che illumina una parte dello spazio, il fumo del camino conduce in basso al fuoco che riverbera di scintille e calore, ma anche di movenze umane intorno ad una pentola di rame nella quale cuoce una minestra di carote rotonde galleggianti come abbozzi di fantasie da capire, da cogliere, da sciogliere, che se le guardi da vicino nel loro arancione intravedi venature che si dipartono come da un tronco che mostra così gli anelli dei suoi anni, solo che le carote sono lì a macerare e spandono profumi di brodi antichi, e lievi ombre di tocchi di mani muovono il mestolo, aggiungono il sale. Tutto è sempre in costruzione, non è mai fermo in nessuna geologia del possibile, tutto è come un mare che si fa e si rifa di onde e spumeggiamenti cadenzati e differenti ogni volta che giungono ad accarezzare le spiagge, sulle quali il nostro occhio è goccia d’acqua che osserva il filo di schiuma di questo mare da lontano. (anonimo)
domenica 24 giugno 2007
ultime battute
il tempo corre concretizza il passo, la nostalgia bianca. il progetto è proseguito in questi giorni con nuovi episodi ideati e da girare nella prima quindicina di luglio. ultimo strappo al progetto, ultima concessione di sguardi, ultimi respiri che diventeranno eterni senza tempo, da poter rivedere e risentire anche fra molto o moltissimo tempo...
allora vi aspetto. chiamerò chi manca. agli ultimi appelli non ha risposto quasi nessuno... dove siete? dove vi state nascondendo? al caldo dell'estate, sulla panchina di legno secco del cortile, dove vi state sintonizzando? io sono qui con la telecamera, con alcuni amici pronti a tutto per un briciolo di corrente filmica, federico arriverà non vi preoccupate a scaldare i vostri cuori e a rubarvi l'anima con la sua camera. no. niente paura. no panic. questa è la vita. questa è quello che succede quando si gira un film. qualcosa che non si cancella con il tempo... tutto rimane come se fosse sempre presente.
musica
a
sabato 19 maggio 2007
zoom
Quasi ogni sera passo di qua. Le luci mi sembrano uguali e le distanze percorse durante il giorno si perdono dentro di me. Sono fili di un discorso lungo e continuo.
Qualcosa cambia ed io mi sento svanire nell’oblio. Dimentico i particolari, quasi tutti. Sento solo una sensazione. Perdo le occasioni, lascio correre. Qualche volta mi arrabbio, combatto, ma poi mi accorgo che anche questo mi fa male. Mi fa vivere peggio. Così torno a lasciar correre, a scivolare nei giorni con un’intatta purezza. Penso sia meglio continuare ad osservare, contemplare come se ogni attimo sia il migliore che abbia mai vissuto.
Qualcosa cambia ed io mi sento svanire nell’oblio. Dimentico i particolari, quasi tutti. Sento solo una sensazione. Perdo le occasioni, lascio correre. Qualche volta mi arrabbio, combatto, ma poi mi accorgo che anche questo mi fa male. Mi fa vivere peggio. Così torno a lasciar correre, a scivolare nei giorni con un’intatta purezza. Penso sia meglio continuare ad osservare, contemplare come se ogni attimo sia il migliore che abbia mai vissuto.
venerdì 18 maggio 2007
continua
..........................................
ECCO CONTINUA TRA BREVE A GIUGNO L'ULTIMO STRAPPO INTENSIVO DELL'AVVENTURA CINEMATOGRAFICA.
POI RICERCA DURANTE L'ESTATE ALTRE VISONI DI CINEMA DA CORTILE, PROSSIMI PROGETTI.
IL DOPPIAGGIO.
LA DIFFICILE E FATICOSA ESPERIENZA DEL MONTAGGIO.
CI VEDIAMO QUINDI MA SARETE AVVISATI PER TEMPO INTANTO FREQUENTATE IL BLOG LASCIATE COMMENTI, FATE VIVERE LA MAIL, ORGANIZZATE PRANZI, CENE, MOTIVI D'INCONTRO, FATE CIRCOLARE L'ENERGIA E CHE SIA BUONA.
VI ATTENDO
a
sabato 5 maggio 2007
PRESENZA
Come mandati in missione, girovaghiamo per la città … approfittando della luce del giorno e del buio della sera…portiamo “presenza” …è come se vivessimo a un livello parallelo a quello “reale”…a quello circostante… a volte intromettendoci, ma sempre con assoluto rispetto, senza alterare, contaminare…
In alcuni momenti siamo visibili suscitando curiosità e attirando l’attenzione come al bar, alla fermata dell’autobus.. qualcuno si ferma a guardarci, chiedendosi cosa succede, stupiti, altri imbarazzati passano veloci, timorosi di essere immortalati dalla cinepresa… … …
Come sul fiume , dove chi è lì per correre si blocca improvvisamente, non appena si accorge di essere nel mezzo della scena…
In altri momenti invece siamo come fantasmi,in luoghi nascosti, dove regna sovrano il silenzio e il vento che arriva dal Garda o in luoghi non luoghi, come il cavalcavia, normalmente dato per scontato, non considerato se non per la sua utilità “di passaggio”, un bruco in plexiglass, afoso e quasi clastrofobico, ma che come tutti i posti fin’ora scovati, un pò anche per la necessità dovuta all’attesa, riusciamo a farlo “nostro” adattandoci a lui, rendendolo famigliare e intimo, permettendoci di continuare a condividere momenti….
In ogni “dove” lasciamo un segno, un “nostro segno” ….che al momento esiste solo per “noi” e per ciascuno di noi!
as
mercoledì 2 maggio 2007
appuntamenti, imprevisti, scarti
alla fermata dell'autobus, sul cavalcavia, nel buio della notte con i fari sulla strada. ancora più dentro, ancora immagine, ancora sentimento. intanto cresce la voglia di cinema. del viaggio sgangherato e folle della minuscola troupe di provincia pronta a tutto per una briciola di verosomiglianza cinematografica. sono lunghe attese e sempre una lunga attesa sarà.
"ho impiegato molto tempo a mettere nella borsa le poche cose che avevo portato. le ho sistemate con una lentezza da pachiderma. avevo appena chiuso la valigia quando ho capito che stavo abbandonando un mondo dove avevo avuto anche rapporti con le piante, le luci, gli odori, i rumori. lunghe conversazioni zitte. e adesso erano proprio questi incontri imprecisi che volevano trattenermi. infatti crescevano dentro di me alcune convinzioni nuove e trascurate. abbandonando questa zona sento che mi mancheranno molto le righe di luce che il sole faceva passando dalle fessure della porta. guardavo quel pentagramma sul soffitto e io aspettavo che gli scarafaggi, sempre in movimento su questi vecchi muri, si fermassero su quelle righe così da formare un'indicazione musicale. non mi chiedevo quale. non sapevo che questi contatti misteriosi e casuali trovassero poi una forte sistemazione nella memoria come capivo adesso che stavo partendo. un pomeriggio ho spento dentro di me tutto il groviglio di spiegazioni che volevano chiarire il mio restare lungo tempo a guardare una foglia autunnale sulla mano fino a quando l'ho posata sull'erba per una separazione morbida. spesso sono triste perchè mi manca la cattiveria. vorrei leccare tutto il dolce che gronda dalle mie parole e parlare di gente che ha dato calci nella pancia delle donne incinte, o piscia nei bicchieri e offre questo suo "champagne" a puttane con le quali fa le notti in giro. per raccontare la vita d'oggi bisogna avere la forza delle giovani madri che partoriscono per le strade e gettano questo mucchietto di carne nei bidoni della mondezza.
e io insisto a dire che bisogna ascoltare la sinfonia della pioggia. purtroppo non so fare meglio, e le corde della tenerezza mi tengono lontano dall'orrenda verità. l'ottimismo della notte è venuto a fermarsi, tremolando, davanti alla luce della candela e al bianco del latte dentro al bicchiere." tonino guerra
progetto filmato prosegue nella pausa della distanza, nella vita da non catturare su nastri digitali, a
venerdì 27 aprile 2007
bar fiume
giovedì 26 aprile 2007
i luoghi raccontano
..................................................................................
..questa avventura che cresce, mi coinvolge….mi riempie…mi scopre….un pout pourri di emozioni e sensazioni che si accavallano, le “sento”, le immagazzino, le cerco di assaporare momento per momento, sembra quasi essere in una bolla di sapone!.... difficile trascriverle tutte… qualcosa sfugge … a volte il ripensarci tra me e me, il riviverle mentalmente mi suscita un sorriso beato... …
Sabato mattina, suona il campanello…carica e grintosa l’invasione della trouppe che mi occupa la casa, location scelta per fare qualche ripresa ..
vogliosi di trascorrere il fine settimana alla ricerca di “qualcosa” o “qualcuno”.. avvolgere pellicole di parole, particolari, frammenti di immagini, sequenze, che rivelano e rispecchiano realtà, vissuti, in cui ognuno a suo modo può trovare riscontro, cogliere qualcosa di intimo e personale, trovare conferme, stimoli o consolazione…
…giornata primaverile piena , calda, ad infondere energia.. folate di polline che arrossiscono e irritano gli occhi a chi ne è più sensibile, il soggiorno irradiato dal sole che colora la stanza di un giallo intenso e un’arietta che penetra dalle finestre spalancate, attrezzatura sparsa per la stanza …quasi sembra un’altra casa, non più la mia!
..una storia si costruisce nelle varie stanze, ci si sposta nei corridoi, per le scale …la casa sembra quasi animarsi…diventare un tutt’uno con la storia, appartenergli… sembra essa stessa trasmettere qualcosa , avere qualcosa da aggiungere e da raccontare….
Il filo non si spezza, e ci conduce su una terrazza, al calar del sole… un vento che scompiglia i capelli….
Lassù mi sembra di essere ad un altro livello di esistenza e di percezione..quasi possibile isolarmi e dominare su tutto quello che mi circonda…l’Adige che scorre, imperturbabile e indisturbato, le montagne a far da cornice, statiche… per le strade le macchine, gente che cammina.. mi viene da pensare come la maggior parte delle cose seguano e continuino ad avere un proprio corso..o una propria noia e monotonia…. nonostante tutto!
Giorno dopo, Ravina e Spini di Gardolo scovando altri posti, scorci, luoghi per me sconosciuti e mai colti anche solo distrattamente…
Davanti all’obiettivo continua ininterrottamente a costruirsi qualcosa insieme ad imbarazzi, sorrisi, timidezze, sorprese… dietro altre scene ..ma vere, fatte di personaggi reali, vivi, non costruiti….si commenta, si osserva, si fruisce… si ride e si scherza…
una compagnia che si sperimenta passo passo… itinerante… vagabonda… esploratrice… curiosa…. imprevedibile… instancabile,…capace di condividere momenti anche in luoghi quasi cancellati, con la voglia di animarli, di renderli protagonisti e tirar fuori loro qualcosa da raccontare….
as
lunedì 23 aprile 2007
fine settimana nello specchietto retrovisore
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
venerdì sera organizzativi. sabato e domenica operativi. così mi piace. senza perdersi in chiacchere è partito il progetto, le riprese. gli occhi stretti nel mirino della camera bruciano a sera o distorcono la realtà. la città cambia nelle storie di incontri impossibili, virate imprevedibili in angoli di noia assoluta, zoomate in accecanti gioie del cuore. le macchine si muovono tra i quartieri deserti del sabato e della domenica. un the tutti insieme, carovana girovaga alle prese con il cinema. voglia di racconto. fermare. catturare. dare corpo al movimento dello sguardo/pensiero. qualcuno parla intanto durante la ripresa leggermente scostato dal focus dell'azione e nascono confronti, punti di vista, scambi di emozione. il vento è presente a ravina ma più a spini di gardolo dove nel vecchio bar sotto la tettoia di plastica la sera si mangia di rosso le ultime passeggiate rare degli abitanti. lo sfondo è una tenda bianca, oltre un calcetto, schermi colorati lampeggiano numeri e combinazioni vincenti. così nella confusione apparente si mettono insieme le parole, le presenze, le strade come colpi di cinema.
a
mercoledì 18 aprile 2007
Dal cinema alla radio...
sabato 7 aprile 2007
"Spesso è nel momento dei saluti che cominciano gli incontri"
MI SONO FERMATO A GUARDARE qualche interno oltre i vetri di finestre impolverate, così che la luce domata arrivava a illuminare ambienti come se l'aria fosse un pallido latte sporco. Vedevo mobili sgangherati e anche spazi chiusi da pareti vuote a proteggere magari un tavolone di legno azzurro, sbiadito dal tempo e dalle mani sudate. Stavo godendo perchè ho sempre voglia di tinte prodotte dalla miseria e dal tempo. [...] Tonino Guerra
giovedì 5 aprile 2007
Sabato da film!
mercoledì 4 aprile 2007
occhi osservano, stanchi...
trovare luoghi sconosciuti,non necessariamente...
luoghi dimenticati
luoghi mai calpestati,
luoghi sognati,
luoghi che scopriamo aprendo un po' di più gli occhi
luoghi che ci piacciono,
Solo dove nessuno ci conosce
può nascere un incontro,
speranza di rivivere...
un incontro che non aspettavi, il caso, la vita,
l'imprudenza e la malinconia che ci portano a sorridere di noi,
vabbè, sto divagando...
bello, fallo ancora
la vita è sogno, come ha detto qualcuno...
sabato 31 marzo 2007
Sguardi in macchina
Ciak azione!!!!! Si, azione! Basta con le parole …Finalmente si comincia con l’avventura progetto filmato.. … sulle facce “da sabato”, conosciute e non , fibrillazione, curiosità, domande e incertezze … Provini, sceneggiatura mobile… cosa ci aspetta?
Come primo appuntamento la scaletta è carica, intensa… cominciamo intanto col sederci in cerchio e fare il giro di presentazioni, rompendo un pò il ghiaccio……
Ed ecco Alessio che per l’eeeennesima volta riprende e rinfresca un pò la memoria spiegando il progetto…. bla bla bla…bastaaaaaaaaaa!!! Ho voglia di cominciareeee!!! Sono curiosa di vedere cosa succede…
Eccomi accontentata…Klaus distribuisce a tutti strisce di carta con su scritte frasi celebri da utilizzare per il provino..ognuno ne prende una , così a caso!!!
… Siamo tra di noi si, ma allo stesso tempo che emozione! in un primo momento ognuno perso nella propria interpretazione e immedesimazione della “parte”…. Concentrati tutti ripetono la frase capitatagli..…..
Si attende di entrare, uno alla volta…ed è dura l’attesa!…chi seduto, chi in piedi, chi va a viene camminando su e giù per la stanza ….
Sole che coglie con la telecamera questi attimi…anzi usando termini tecnici, il backstage!
Blade Runner, Pulp Fiction, Via col vento….. le più celebri frasi dei più celebri film della storia del cinema rivivono dentro la sala adibita per il casting….
Entro dentro ad assistere il primo provino e cosa vedo….una sedia per il candidato attore posta al centro con un faro puntato, dietro un telo nero e davanti…da daaannn!!! …..delle sedie dove siedono Alessio e Klaus e Federico con la telecamera !
Cominciamo…ad uno ad uno si alternano “gli aspiranti attori”…chi coraggioso vuole di petto buttarsi, chi sceglie di aspettare e posticipare il suo turno, titubante …nel frattempo prepara meglio la sua performance …
All’uscita, commenti e domande …”Oh Dio che schifo che ho fatto”… No no, potevo fare meglio”!….e chi invece è ancora lì a decidere se entrare che chiede “cosa hai fatto?”come è stato?…magari nella speranza di cogliere qualche dritta …
Quasi alla fine decido che è arrivato il mio turno..vado vado!…tiro fuori un po’ d’aria e sono dentro!
Quando sei seduto lì su quella sedia è tutta un’altra cosa!!! … A sinistra un faro accecante che da quasi fastidio, l’occhio della cinepresa puntata…
Sale la tensione, l’adrenalina e quella frase che dopo un pò di ripetizioni è diventata tua, assume un altro significato, diventa nuova, sconosciuta alla richiesta di interpretarla in diversi modi, modificando anche solo lo stato d’animo o il contesto…che bella prova!
I provini hanno preso più del tempo previsto, ma prima che faccia buio si esce con la telecamera e divisi in 2 gruppi cominciamo qualche ripresa …guardandoci intorno cerchiamo di cogliere stimoli di captare qualcosa, un angolo o un vicolo per la strada che ci inspiri e ci susciti qualcosa…senza un chiaro concetto di riferimento o senza stabilire dove si vuole arrivare…ecco costruirsi delle scene..dei momenti , piccole storie…che dal nulla pian piano “comunicano”…questo è solo un primo esperimento, ci serve da prova , ma sembriamo gia entrati nel vivo….sembra partire già bene….
Che giornata!!!! Faticosa direi ma “nuova” , coinvolgente, colma di sensazioni ….
Direi…buona la prima!!!!
as
venerdì 30 marzo 2007
avvertenza cinematografica
Prende il via sabato 31 marzo 2007 presso il Centro Teatro del Comune di Trento in viale degli Olmi 24 a Trento il laboratorio “Progetto filmato” dopo mesi di lavoro sotterraneo con un gruppo di giovani per costruire un soggetto pronto per diventare sceneggiatura nei prossimi mesi. Obiettivo finale del progetto è quello di raccontare una storia attraverso il linguaggio cinematografico nell’intenzione di produrre un film ad episodi.
I temi sviluppati nel futuro mediometraggio graviteranno intorno alla noia e alla voglia di cambiamento in ambiente urbano, in particolare gli incontri che cambiano la vita, anche solo per cinque minuti…
Il laboratorio è aperto principalmente a giovani desiderosi di mettersi alla prova in una vera e propria avventura cinematografica. L’appuntamento di sabato sarà il primo di una serie di incontri destinati alla creazione del film. Nel pomeriggio del 31 marzo dalle 14 incominciano i provini per conoscere i protagonisti che formeranno il cast, dalle 17 in poi verranno rilevate le prime immagini nell’ottica di sviluppare tracce di sceneggiatura mobile. Dalle ore 21 sono previste proiezioni di film particolarmente significativi per l’esperienza del progetto come “Lisbon story”, “Noviembre”, “Mi ricordo, si io mi ricordo”, “Shorts”.
La direzione del progetto è affidata al regista Alessio Kogoj coadiuvata dalla preziosa presenza del videomaker Federico Maraner e alla collaborazione di Soledad Rivas, Klaus Saccardo, Matteo Kogoj, Alessandra Sebaste nella fase operativa e ideativa.
Il progetto è sostenuto dal Progetto Politiche Giovanili del Comune di Trento.
giovedì 22 marzo 2007
+
+
+
++++++
+++
+++
+++
++++ lente d'ingrandimento
specchio
parola sussurrata incerta
fragrante attesa
caricare scaricare tir
un laccio al collo della notte, colore stufo inerte
stanchezza della sera si tramuta in vigore notturno
occhi accesi come sciame di vespe vispe
il dolore del sonno
l'incubo della veglia
la matita consumata appena
martedì 20 marzo 2007
considerazioni - avventura cinematografica
l'altra sera dopo la riunione al centro teatro in viale degli olmi 24 a trento, colto da un entusiasmo irrefrenabile dovuto ad un coinvolgimento totale al progetto filmato, ho cominciato a scrivere qualcosina.
siccome non scrivo tanto per scrivere, ma credo invece spinto da una necessità di raccontare, anche attraverso una bozza di sceneggiatura, volevo condividere questa mia idea con qualcuno che magari può ricavarne spunto per un'altra, diversa, atmosfera da descrivere.
ecco la sintesi :
"inizialmente sarei orientato a cogliere attraverso la videocamera, una situazione del tutto naturale rappresentando il sorgere dell'alba da un punto panoramico da cui è possibile visualizzare la città, concentrando l'attenzione visiva sia nella parte centrale -il centro cittadino-, che la zona periferica, vale a dire i sobborghi. questa situazione non dovrà necessariamente essere ripresa all'inizio del primo episodio della storia ma potrà venire illustrata in una delle successive puntate, se condivisibile, anche nell'ultima. il principio importante permane basato sulla convinzione personale che essa vada necessariamente inserita nel momento natale dell'episodio, qualunque esso sia.
al fine di immagazzinare l'alba, avrei individuato il parco delle pozze in località sardagna, il punto favorevole per poter riprendere la scena.
esempi:
alba : parco delle pozze
tramonto : chiesetta della grotta"
la sera del 23/11/2006
dopo aver scritto queste righe mi son ricordato che alessio, spiegando il progetto, aveva sottolineato la necessità di evitare luoghi e scorci riconducibili alla città di trento.
ma non mi sono perso d'animo, e con uno sforzo mentale incommensurabile mi sono rivolto nell'immaginazione proprio a mio fratello : - " perchè, invece non rendere omaggio alla città che ci ha visto crescere e si spera migliorare ? "
inquadrando solamente una casa, si riprende comunque l'architettura tipica di quel luogo, la quale scopre l'identità stessa di esso.
considerando i mezzi a disposizione, una ripresa dall'alto da una distanza assai rilevante risulterebbe essere probabilmente poco incisiva.
in conclusione posso dire che avevo bisogno di scrivere qualcosa.
siccome non scrivo tanto per scrivere, ma credo invece spinto da una necessità di raccontare, anche attraverso una bozza di sceneggiatura, volevo condividere questa mia idea con qualcuno che magari può ricavarne spunto per un'altra, diversa, atmosfera da descrivere.
ecco la sintesi :
"inizialmente sarei orientato a cogliere attraverso la videocamera, una situazione del tutto naturale rappresentando il sorgere dell'alba da un punto panoramico da cui è possibile visualizzare la città, concentrando l'attenzione visiva sia nella parte centrale -il centro cittadino-, che la zona periferica, vale a dire i sobborghi. questa situazione non dovrà necessariamente essere ripresa all'inizio del primo episodio della storia ma potrà venire illustrata in una delle successive puntate, se condivisibile, anche nell'ultima. il principio importante permane basato sulla convinzione personale che essa vada necessariamente inserita nel momento natale dell'episodio, qualunque esso sia.
al fine di immagazzinare l'alba, avrei individuato il parco delle pozze in località sardagna, il punto favorevole per poter riprendere la scena.
esempi:
alba : parco delle pozze
tramonto : chiesetta della grotta"
la sera del 23/11/2006
dopo aver scritto queste righe mi son ricordato che alessio, spiegando il progetto, aveva sottolineato la necessità di evitare luoghi e scorci riconducibili alla città di trento.
ma non mi sono perso d'animo, e con uno sforzo mentale incommensurabile mi sono rivolto nell'immaginazione proprio a mio fratello : - " perchè, invece non rendere omaggio alla città che ci ha visto crescere e si spera migliorare ? "
inquadrando solamente una casa, si riprende comunque l'architettura tipica di quel luogo, la quale scopre l'identità stessa di esso.
considerando i mezzi a disposizione, una ripresa dall'alto da una distanza assai rilevante risulterebbe essere probabilmente poco incisiva.
in conclusione posso dire che avevo bisogno di scrivere qualcosa.
lunedì 19 marzo 2007
essere noi
...e voler raccontare qualcosa.Sincerità e noia che scompaiono,
La finzione che ci rallegra
La finzione che ci rallegra
diario
mattina rigida anche se il sole brilla nel cielo azzurrissimo del trentino. Nicola ci aspetta lassù, con il suo borsone di lettere e il motorino delle poste italiane sotto il culo. ci ho pensato a Nicola e a tutti i postini in questi giorni. dev'essere freddo d'inverno muoversi in motorino per recapitare la corrispondenza ai cittadini. è un lavoro utile, socialmente utile direi.
giacomo è in autostrada fra pochi minuti sarà qua. la videocamera è pronta. le batterie cariche.
domenica 18 marzo 2007
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INFO
Centro Teatro del Comune di Trento
Progetto Politiche Giovanili
Via degli Olmi, 24 38100 Trento
Tel: 0461-934888e-mail: progettofilmato@yahoo.it
compagnieteatraliunite@yahoo.it