giovedì 28 giugno 2007

l'attimo giusto...

All’università; tutti i miei appunti sono sul tavolo e mi trovo in una sala lettura, apparentemente isolata… vivo nel silenzio dei miei pensieri, ma mi circonda il caos: studenti che entrano ed escono dalla sala, persone che si parlano sussurrando, soffocando la mia concentrazione (è come se sentissi 1000 voci, tutte attorno a me, che parlano piano, infastidendomi, distraendo il mio studio), ragazzi che spostandosi con la sedia fanno rimbombare nelle mie orecchie il frastuono prodotto...
Leggo il testo del libro che ho sotto gli occhi, ma non capisco, non sono attenta, i miei pensieri sono altrove…. Cerco di tornare in me, rileggo nuovamente la stessa frase, ma ancora non lo faccio con attenzione; la rileggo un’altra volta, chiudendo le orecchie, cercando di leggerla a voce bassa, ma ancora non capisco.
Mi fermo, ripensando che domani ho l’esame: sono agitata, preoccupata e con gli occhi lucidi inizio a cercare il telefonino in borsa ed esco in cortile per fare una telefonata liberatoria…, non sò ancora a chi, ma sò solo che ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Esco, guardo il telefonino: in quei pochi secondi sembra trascorrere un eternità. Iniziano ad affiorarmi in testa le immagini delle persone a me care a cui poter telefonare, in coscienza del fatto che nessuna di loro mi avrebbe potuto aiutare.
Domani dovevo sostenere un importante esame ed ancora non avevo finito di studiare.
[…immagine di me, stupita, preoccupata, presa dal panico, che con un dito evidenzio i miei riferimenti all’interno di una lista di studenti chiamati ad effettuare l’esame in una data di appello anticipata…]
Cerco di ritrovare la calma, vado alla macchinetta del caffè e mi prendo un cappuccino, da gustare, fuori, nel giardino, in compagnia dell’ultimo sole che ancora riscalda, mi riscalda prima di tornare alla sala lettura, ai miei studi… In quel momento arriva un messaggio, il messaggio che avrei voluto tanto ricevere, in grado di sollevarmi, che inconsciamente aspettavo…
[…immagine della schermata del cellulare che visualizza il nome del mittente del messaggio per passare al primo piano sul viso che sorride, commosso, come se sapesse già che quel messaggio le avrebbe dato la carica giusta…]
Era Nadia (nome inventato), una persona importante, che non vedevo ne sentivo da tanto, ma che sapeva! Sapeva cosa avrei dovuto affrontare il giorno seguente…
[…immagine del cellulare con il testo del messaggio…]
“Non mollare! Ce la farai!”

manuela

Il discorso è questo, l'altra sera in uno dei miei tour notturni passavo
lungo l'Adige. Lui c'è da sempre, ancora da prima di Trento,
della nostra città.
E va.
Mi fermo e con gli occhi fissi sul riflesso dei lampioni vedo questa semplice storia legata all'incontro col fiume.

Notte. Pioggia.
Seduta sui gradini. Alle spalle una massiccia porta in legno.
Impeccabile nel vestito, negli accessori, nell'elegante acconciatura.
La porta separa lo sguardo fisso su ciò che è rimasto nel calice fra le mie mani dalla musica, dai brindisi tintinnanti e dalle felicità di plastica.
La voragine cresce, senso di vuoto.
Bisogno di andare, lontano. Cammino.
Da dietro i tacchi alti. La borsetta scandisce il passo.
Piove, su di me e sui vicoli bui.
Da davanti il trucco cola, lacrime di pioggia.
Torno io.
Incessante la pioggia, incessante il passo.
Incontro il fiume che da sempre scorre senza mai tornare indietro.
I tacchi affondano nella terra fradicia.
Lui scorre. Lo seguo, voglio rinascere.

Idea così, balenata in testa in una di quelle notti in cui vagabondare,
quando tutti dormono, mi fa sentire in un limbo,
dimensione in cui assaporo al meglio il silenzio della città,
mentre la mia mente vola o resta completamente ferma.
Semplice, banale, sicuramente 'già vista', ma sono certa che nella vita,
quando il buio oscura i tuoi sorrisi e s'impadronisce dell'anima,
basta solo riconoscere il potere di un fiume che da sempre scorre
per far riaffiorare uno scampolo di speranza
dalle briciole di ottimismo divorato dal dolore.

serena

lunedì 25 giugno 2007

tutto è in costruzione

Tutto è sempre in costruzione, non è mai terminato il lavoro della mente, il flusso delle idee è come un insieme di assi o tronchi fluttuanti su qualche fiume canadese che muove ricordi apparentemente inutili allo sguardo di oggi, mentre così importanti e fondativi apparivano ieri. Tutto è sempre in movimento, un’apertura che si fa poi chiusura e rimbalza sul dettaglio di un riflesso che illumina una parte dello spazio, il fumo del camino conduce in basso al fuoco che riverbera di scintille e calore, ma anche di movenze umane intorno ad una pentola di rame nella quale cuoce una minestra di carote rotonde galleggianti come abbozzi di fantasie da capire, da cogliere, da sciogliere, che se le guardi da vicino nel loro arancione intravedi venature che si dipartono come da un tronco che mostra così gli anelli dei suoi anni, solo che le carote sono lì a macerare e spandono profumi di brodi antichi, e lievi ombre di tocchi di mani muovono il mestolo, aggiungono il sale. Tutto è sempre in costruzione, non è mai fermo in nessuna geologia del possibile, tutto è come un mare che si fa e si rifa di onde e spumeggiamenti cadenzati e differenti ogni volta che giungono ad accarezzare le spiagge, sulle quali il nostro occhio è goccia d’acqua che osserva il filo di schiuma di questo mare da lontano. (anonimo)

domenica 24 giugno 2007

ultime battute


il tempo corre concretizza il passo, la nostalgia bianca. il progetto è proseguito in questi giorni con nuovi episodi ideati e da girare nella prima quindicina di luglio. ultimo strappo al progetto, ultima concessione di sguardi, ultimi respiri che diventeranno eterni senza tempo, da poter rivedere e risentire anche fra molto o moltissimo tempo...
allora vi aspetto. chiamerò chi manca. agli ultimi appelli non ha risposto quasi nessuno... dove siete? dove vi state nascondendo? al caldo dell'estate, sulla panchina di legno secco del cortile, dove vi state sintonizzando? io sono qui con la telecamera, con alcuni amici pronti a tutto per un briciolo di corrente filmica, federico arriverà non vi preoccupate a scaldare i vostri cuori e a rubarvi l'anima con la sua camera. no. niente paura. no panic. questa è la vita. questa è quello che succede quando si gira un film. qualcosa che non si cancella con il tempo... tutto rimane come se fosse sempre presente.
musica
a

INFO

Centro Teatro del Comune di Trento
Progetto Politiche Giovanili
Via degli Olmi, 24 38100 Trento
Tel: 0461-934888

e-mail: progettofilmato@yahoo.it
compagnieteatraliunite@yahoo.it